martedì 30 aprile 2013

La vera storia dell'ombrello assassino - Parte uno

Visto che a Milano l'acqua viene giù a secchiate, e quest'anno più che mai posso confermare che non si tratta di un mero luogo comune, qualche settimana fa ho deciso di rimpiazzare il mio vecchio e malridotto ombrellino.
Mi trovavo in un noto negozio di articoli sportivi (non chiedetemi il perché) quando vedo spuntare questo magnifico attrezzo nero da un cesto. Mi è sembrato un ombrello magnifico: nero, resistente, a scatto, che da chiuso sembrava maneggevole e da aperto un ombrellone da spiaggia. Mi sono detto: basta prendere acqua gratis, basta a folate di vento che ti fanno ritrovare con l'ombrello rigirato al contrario come nei cartoni animati, compriamolo! Ho pensato che per un tale gioiellino 12 euro non fossero troppi.
Inoltre era spacciato come "ottimo per il golf" (e lì per lì mi sono chiesto "che non funga anche da mazza?" e ancora "chi andrà a giocare a golf sotto la pioggia?") per cui non ci ho pensato due minuti e ho fatto l'acquisto del secolo!

Il tempo è passato ma la pioggia è rimasta. Quindi ho cominciato a sfoderare il mio enorme ombrello nero, per le bagnate vie meneghine, invitando amici e colleghi a ripararsi insieme a me, "tanto ci stiamo pure larghi!".
Piano piano mi sono reso conto della rara bruttezza di questo aggeggio nero, che inizialmente non avevo preso in considerazione, oltre che alla sua poca praticità nei momenti di non-pioggia poiché, viste le sue dimensioni (da chiuso è a metà strada tra uno normale e uno piccolo), è impossibile da riporre in qualsiasi zaino o borsa. Così facendo, portandolo sempre a mano, mi sono accorto che il pulsante a scatto dell'apertura automatica entra in azione anche se sfiorato. Così facendo ho rischiato di sparare sul tram un ignaro signore o di perdere un occhio un paio di volte.

(continua...)


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