venerdì 21 ottobre 2016

Oliviero Toscani, la foto negata e quei pregiudizi immortali

Nel 2007 Oliviero Toscani partorì la dubbia campagna di promozione turistica della Regione Calabria. Qualcuno se la ricorda? Pagammo sui 4 milioni di euro per farci dire che noi calabresi siamo terroni, malavitosi e ultimi della classe



Giovedì 20 ottobre, al termine di una lectio magistralis a Vibo Valentia per presentare la sua mostra, l'estroso Sgarbi della fotografia nega una foto a un ragazzino apostrofandolo con "che ne so che non sei un mafioso, perché devo farmi una foto con te? Anche Matteo Messina Denaro non aveva la faccia da mafioso, eppure lo era!". Il giovane Vittorio, all'ultimo anno del Liceo Scientifico Berto, torna a casa mortificato e si sfoga su Facebook:


Ho raggiunto telefonicamente Vittorio ieri pomeriggio, tra l'altro disturbandolo mentre era a un corso di preparazione per i test di medicina che farà l'anno prossimo (il malavitoso!). Mi ha raccontato che da poco ha comprato una reflex e che gli piacerebbe iscriversi a un corso di fotografia per capirci un po' di più. Per questo ha partecipato alla lectio di Toscani, alla fine della quale si è messo in fila, pazientemente, per farsi scattare una foto con lui e scambiare due parole. 

Niente selfie quindi, niente arroganze, come ha dichiarato l'occhialuto fotografo a Adnkronos. Vittorio era infatti lì con un'amica che avrebbe dovuto scattare la foto. Al rifiuto il diciottenne, rispettosamente, non proferisce parola. Ma la "battuta" lo ferisce profondamente. 

Questo episodio dovrebbe farci riflettere su due cose.
La prima è che certi pregiudizi stancano a morire. E che quei pregiudizi fanno male come coltelli, soprattutto se hai 18 anni e se a pronunciarli è una persona che ammiri.
La seconda è che continuiamo a chiamare in Calabria della gente che, palesemente, non può soffrirci. E non è piagnisteo o campanilismo. Credo sia solo sinonimo di intelligenza smettere di spendere dei soldi per invitare personaggi come Toscani che dovrebbero farci pubblicità, ma riportano la Calabria indietro di decenni.
Ironia della sorte: i genitori di Vittorio sono una poliziotta e l'altro carabiniere.

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