sabato 3 aprile 2010

The other


Non sperate di trovare un post che annunci i nuovi film di Nicole Kidman.
Il capitolo delle novità comprende un sottoparagrafo che può intolarsi "L'altro", o forse anche "Gli altri". Ebbene si, perchè l'apertura a ciò che è nuovo, sconosciuto, ti porta inevitabilmente ad aprirti a nuove conoscenze. Amo aprirmi a tutto ciò che è nuovo, un anno fa non lo avrei mai pensato. Amo farmi trascinare in questo turbinio di esperienze, di conoscenze, di modi di pensare, di fare, di relazionarsi che mai si sono affacciati prima nella mia coscienza. Scopri cosi di non essere il solo a pensare delle cose; che a molte cose altri ci erano arrrivati prima di te e anche con conclusioni più interessanti; che non avevi mai immaginato di trovarti così bene con gente nuova. Amo discutere, riflettere, sbattere e farmi male con altri modi di vedere il mondo...
Ho già conosciuto persone e vissuto esperienze ed emozioni che hanno adombrato o quasi cancellato l'io che c'era prima e hanno dato vita ad un nuovo io, più disponibile al cambiamento. Leggevo nel celebre romanzo di Tabucchi, "Sostiene Pereira", di una teoria psicologica francese che parla di una confederazione di io presenti nella nostra coscienza, e che per via delle situazioni che viviamo e delle persone che incontriamo, questa confederazione a volte cambio l'io che si propone di reggere e di prevalere su tutti gli altri io. All'inizio magari facciamo difficoltà a riconoscere questo cambio di egemonia, ma bisogna finire per assecondarlo per poter continuare a vivere tranquilli e in pace con la propria coscienza. Che sia una trovata letteraria, che sia una vera teoria, mi ha stregato in pieno!
Il mio nuovo Io vuole continuare su questa strada, conoscendo altre persone e vivendo nuove esperienze che possano dare vita a nuovi e più potenti io. Alcune delle cose vissute mi hanno cambiato la vita credo; da molte di esse dipenderà il mio futuro sentimentale e intimo. Si ritorna però ovviamente al discorso che facevo ieri: più cose si conoscono più le domande che ti fai e a cui non sai rispondere lievitano a dimisura. Questione di compromesso!

Quando si torna invece nel piccolo paesino di provincia tutto pare immobile, tutto è silenzioso e inerte. Indossi la tua bella maschera che in tanti anni ti sei costruito e fingi di essere un altro che non sei. Senti le stesse parole, ti accosti ai soliti pettegolezzi di rione, ti scontri brutalmente con i pregiudizi e i preconcetti e la chiusura mentale della gente, del popolino come lo chiamo io; il popolino che mormora, mormora senza sosta. E guarda e vede e spia e riferisce e gira e rigira e riporta e non si ferma mai veramente a usare il cervello. Non voglio confondermi col popolino: per questo paradossalmente indosso la mia bella maschera. Per essere uno di loro, ma solo per proteggere il mio Io egemone che tanto ha fatto per venire a galla. Benedetto sia Pirandello!

1 commento:

  1. Ricordo bene la data di questo post, eravate tornati a casa da qualche giorno, nel vostro "piccolo paesino di provincia" tanto lontano dal caos di questa megalopoli dove tutto sembra perdersi, i grandi spazi sembrano sfocare emozioni e sentimenti, amplificando il senso di solitudine.
    La maschera che indossi (o pensi di indossare) nella tua cittadina rappresenta il problema tra essere e apparenza, l'impossibilità di raggiungere uno stato di coincidenza assoluta tra essenza e coscienza, forse rappresenta la tua inadeguatezza alla realtà di un piccolo paesino calabrese.Ti vorrei però tranquillizzare, i "pregiudizi, i preconcetti, la chiusura mentale del popolino" gli ritroverai ovunque, che sia una grande città come Milano o un paesino di poche anime come il tuo. La stoltezza della gente non ha limiti, ma soprattutto confini. Spero di averti conosciuto senza maschera, ma anche se fosse il contrario ti supplico di non toglierla, di mantenerla ovunque tu vada, non so quando tu l'abbia indossata o se sia realmente il tuo vero volto, conservala ben salda sul viso. Al contrario, invece, indossa la maschera proprio per schernire quel "popolino" nel quale non ti riconosci, del quale non vorresti mai far parte, per mantenerti sempre a debita distanza da ignoranza e insipienza.
    JM

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