domenica 11 febbraio 2018

Tutto quello che vi siete persi - Finale | Sanremo 2018

A conti fatti più di dodicimila persone hanno letto le mie cronache di questo Festival di Sanremo edizione milleovecento.., 2018 e davvero non mi capacito del vostro supporto. Certo è che se un Festival pieno di gag imbarazzanti e che ha incoronato il compitino di seconda media del MetaMorogorgone ha fatto milioni di telespettatori, ho poco da stupirmi. E poi si sa che nel nostro Paese i furbetti se la cavano sempre, anche se si sono fatti riempire gli zigomi a 42 anni. L'Italia vuole questo, l'Italia vuole le mie cronache.
Dopo questo momento di vanagloria andiamo a fare un po' un bilancio di questa 68° edizione del Festivàl della canzone italiana. Tante canzoni, tanta musica, tanti duetti, che se lo avessero chiamato Baglioni&Friends nessuno si sarebbe stranito. Lui resta uno stoccafisso a livello di presenza scenica, di quelli che secondo me sono scoordinati pure quando fanno le mosse della macarena. Il suo habitat è dietro al pianoforte, le battute proprio non gli escono. Baglioni è una di quelle persone che inizia a raccontare una barzelletta e poi si scorda il finale. Però, ripeto, ha fatto i numeri migliori di tutte le passate 15 edizioni quindi che jè voi dì. Ce lo chiede l'Europa.


Michelle Hunziker sin dalla prima sera si ostina a dire Eurovisiòn Song Contèst (wè wè!), ma senza ombra di dubbio si è portata a casa il Festivàl. Favino è partito in sordina ma, sera dopo sera, è stata la vera rivelazione di quest'anno. Canta, balla, recita, è spontaneo e ha fatto l'autista di Tom Hanks. Che volete di più? Ieri sera poi col monologo sui migranti ha dato il meglio di sè.

Per fortuna che Salvini era in platea la sera precedente, altrimenti gli partiva un'embolia. Comunque per non farci mancare la quota stronzi è intervenuto su twitter il filosofo Maurizio Gasparri che ha sentenziato "Penoso Favino!". Io l'ho letto in giro, sono già 3 anni che per fortuna m'ha bloccato.
C'è da dire che l'ultima serata è stata contrassegnata, come non mai, dalle stonature. Io mi chiedo: come si fa a stonare al festival della canzone italiana se, per giunta, bisogna cantare solo per 4 minuti? E visto che già in concorso non ce n'erano abbastanza di stonati, hanno deciso d'invitare la convalescente Laura Pausini, che solo quattro giorni fa era afona. Lei saranno pure vent'anni che fa canzoni di merda e che ha una voce non del tutto melodiosa, però tutto si può dire ma è sempre stata precisa nel canto (parlo con la stessa sicurezza di Luca Jurman).

Ieri sera invece si è presentata sul palco tutta scarmigliata, come una delle vrenzole dell'altra sera con Michelle. Ha lasciato le tonsille sul comodino e si è portata delle corde vocali logore e stanche, e non contenta ha abbandonato il palco, tutta scollacciata, e ha iniziato a correre sul red canzian verso l'esterno del teatro dove c'erano 5 gradi. 


Lì ha cominciato a urlare come una loca in mezzo ai suoi fan tanto che avrei voluto telefonare alla produzione dei Grammy per farglielo ritirare. In confronto a lei Facchinetti cantava una ninna nanna.


Le sue urla romagnole hanno squarciato i timpani degli astanti, generando moti di rabbia, nervosismo e aggressività.


La serata è proseguita poi in maniera ordinaria, con gaffe sciocche, presentatori più sciolti e ospiti senza voce come Max Pezzali. Prima della proclamazione della canzone vincitrice hanno distribuito una valanga di altri premi minori, dalla critica all'interpretazione. Se fossi passato di là pure io me ne avrebbero di sicuro mollato uno in mano.

A un certo punto chiamano Ornella Vanoni a ritirare una targa. Lei che era dietro le quinte a bere Martini e sputare le olive, si è precipitata - si fa per dire - sul palco sorretta da Bungaro e Pacifico e, dall'alto dei suoi 83 anni, non ha trovato parole migliori per ringraziare:
L'immensità di questa donna non ha eguali. Vorrei arrivare anch'io alla sua età e ritirare premi a caso con distaccata superiorità. L'altra entrata riempitiva, a notte fonda, è stata quella di Sabrina Impacciatore che ha dato prova di abilità attoriale e disinvoltura nell'accappottarsi sul palco dell'Ariston, inciampando nel tulle della sua ampia gonna.
Io propongo per l'anno prossimo la conduzione del duo Vanoni-Impacciatore, ci sarebbe davvero da divertirsi. Bene signore, signori e indecisi, anche quest'anno ho fatto il mio dovere nonostante gli impegni familiari e lavorativi. Per cui non mi resta che tornare alla triste vita quotidiana senza Festivàl né vecchie che sobillano le folle. Grazie per avermi letto in tanti.



4 commenti:

  1. Ti sei superato! Il festival non sarebbe lo stesso senza le tue cronache!

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